Il ruolo del pesce nella dieta mediterranea

17 Giu 2021 | Sostenibilità

La dieta mediterranea costituisce sicuramente uno dei modelli nutrizionali più classici e sani tra quelli attualmente diffusi, tanto che l’Unesco ha deciso di inserirla all’interno del suo patrimonio. Tra i numerosi benefici che comporta, dovuti principalmente al fatto di essere basata su cibi naturali e poco elaborati, si possono individuare la riduzione di patologie come il diabete di tipi II, l’obesità e ipertensione.

Noi di Fishmi vogliamo porre l’attenzione su un particolare aspetto della dieta mediterranea, ovvero il pesce, che viene preferito rispetto alla carne, poiché dal punto di vista nutrizionale si distingue per la presenza di calcio, ferro, iodio, Vitamina A, e omega 3; quest’ultimo in particolare lo possiamo ritrovare nel salmone. L’omega 3 è un grasso considerato essenziale, in quanto ricco di proprietà benefiche, che consentono di combattere i trigliceridi alti, l’artrite reumatoide, la depressione, l’Alzheimer e altre forme di demenza, la sindrome da deficit di attenzione-iperattività, l’asma e previene il rischio di malattie cardiovascolari.

Tuttavia, il salmone non è l’unico tipo di pesce che comporta benefici: infatti si può considerare anche la categoria dei pesci bianchi, come la sogliola, particolarmente indicata nell’alimentazione dei bambini perché permette di integrare i nutrienti fondamentali senza andare ad appesantire l’apparato digerente, oltre che ad essere uno dei pesci meno propensi a provocare reazioni allergiche.

Ma c’è di più: nel novero dei beneficiari delle proprietà del pesce ci sono anche gli sportivi; un alimento come il tonno, infatti, è di importanza fondamentale per chi pratica attività sportiva, poiché costituisce una grossa fonte di proteine, indispensabili a ottimizzare il lavoro muscolare, oltre che ad essere poco calorico e ricco di fosforo, calcio, vitamina B, ferro e omega 3. Alla luce di tutti questi dati, emerge come il pesce, da un lato, abbia ben più di un buon motivo per essere introdotto nelle diete di chi non ne consuma, così come, dall’altro, andrebbe consumato con maggior frequenza da chi lo considera solo come un alimento occasionale.

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